Andrea Pinna


Breaking News: la vita non è perfetta e si può dire anche su Instagram!

Nel mio prossimo libro voglio raccontare la storia di una coppia "noiosa", senza dover essere pazzeschi a tutti i costi.



Al Figari International Short Film Fest, abbiamo incontrato l’influencer che ha sdoganato l'imperfezione sui social,

 mostrandosi così com’è e conquistando migliaia di follower con le sue Perle di Pinna.



Di Stefania Veneri


Grazie ad un lavoro che hai perso, hai avviato un profilo social che si contraddistingue, da sempre, per i contenuti estremamente originali e pungenti e ci ricorda che una vita perfetta non esiste, nemmeno su Instagram, è così?

Tutto è partito 12 anni fa e io sono riuscito ad emergere perché all'inizio su Facebook ero circondato da un mondo di stelline e bacini… lì in mezzo mi sono sentito quasi come se fossi un Robespierre che lanciava la sua rivoluzione. Quando ho incominciato, Instagram non c'era nemmeno e la parola influencer non era stata inventata, ci chiamavano blogger e principalmente si occupavano tutti di moda e lifestyle. Adesso si è tutto evoluto e la cosa che trovo  decisamente sbagliata, a livello sociale ma anche psicologico, è quella di vendere il sogno senza pensare alle conseguenze. Chi racconta soltanto di quanto sia bella la vita e di quanto sia un dono, ovviamente non sto dicendo che non lo sia, sbaglia... perché manca una parte del racconto che è quella del " Che palle, non ho sentito la sveglia, hanno staccato la corrente perché mi sono dimenticato di pagare la bolletta, mi è saltato il volo...".                                                                                          Se ti lamenti, sei visto come uno che non manda good vibes.  Breaking news: non sono tenuto a dare good vibes quando non ne ho! Al massimo ti posso strappare un sorriso. E’ opportuno ricordarsi che ci sono persone che, magari, stanno passando un periodo NO e che quando aprono i social si ritrovano gente con barche (altrui), piscine (altrui) e soldi (a volte altrui anche questi) e, inevitabilmente, si sentono ancora più tristi. Io mi sento una persona molto fortunata per quello che vivo, ma mi viene naturale raccontare anche l'altro lato della vita perché anche io, come tutti, ho le mie sfighe.



Hai lanciato la rubrica #psicoterapinna in cui intervisti esperti e specialisti per portare l'attenzione sul disagio mentale e psicologico, naturalizzandolo... 

Sì, in questi anni ho scoperto di essere bipolare e i miei follower hanno visto come sono stato, hanno seguito il mio percorso, dalla diagnosi fino ai benefici della terapia. Raccontandolo, ho sdoganato un tabù e proprio ieri sera in hotel una ragazza mi ha salutato dicendomi "Volevo tanto ringraziarti perché ho trovato il coraggio di andare dallo psichiatra dopo aver visto la tua diretta". Ecco, se tra una risata e l'altra posso fare anche qualcosa di utile a me fa piacere. Quando si sta male ci vuole il coraggio di alzare la mano e farsi aiutare, anche per le persone che abbiamo vicino. Pensiamo agli attacchi di panico, ne soffre una persona su otto, questo dato dovrebbe far riflettere chi ne soffre perché spesso ci si convince di essere i soli a fronteggiare una malattia e non è così.



Hai pubblicato già dei libri e due anni fa è uscito il tuo primo romanzo "I panni degli altri", proseguirai su questo genere?

Mi piacerebbe scrivere un altro libro e - piccolo spoiler - ho iniziato ad elaborare qualcosa... Partiamo dall'idea che mi sembra manchi un pezzo di narrazione nella letteratura gay: si va dalla narrativa di Pasolini con l'amore rude e frugale, a "Brokeback Mountain" in cui trionfa l'amore nascosto, fino ai contesti più estremi fatti di feste esagerate. Io non mi sento rappresentato da questi filoni, e non perché mi senta migliore degli altri ma perché non mi ritrovo. Sono la classica persona gelosa del proprio compagno, eppure non trovo un film, una serie o un libro, appunto, in cui due ragazzi stiano insieme e basta, con tutto ciò che questo, tendenzialmente, comprende. Voglio raccontare la vita di una coppia "noiosa", senza dover rappresentare la perversione di qualcuno ed essere pazzeschi a tutti i costi.

 


Dopo la partecipazione e la vittoria a Pechino Express torneresti in TV?

La TV è una cosa che mi capita di fare e mi piace, ma non sgomito per esserci. Mi piace molto fare le interviste, avevo iniziato con il format "Le interviste di Pinna"  e  mi diverte molto parlare con le persone, poi il Covid ha interrotto molti progetti ma con alcuni sto ripartendo... per esempio, stanno tornando "I Viaggi di Pinna" e su Instagram arriveranno tutte le info per partire in viaggio con me già dal prossimo autunno.



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